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Terra dalla lunaFra il 1966 del 1967 vi furono cinque missioni di perlustrazione nella superficie lunare. Missioni preparatorie allo sbarco dell'uomo sulla luna. La NASA e il governo americano erano piuttosto ossessionati dall'arrivare primi a porre piede sul suolo lunare. In queste missioni centinaia di foto vennero scattate con un procedimento che prevedeva l'uso di pellicole da 70 mm con notevole risoluzione e che poi sviluppare a bordo venivano in qualche modo trasformate in un segnale simile a quello televisivo ed inviate alla base a terra, dove venivano memorizzate su dei nastri magnetici da due pollici e quindi successivamente con delle apparecchiature venivano stampate su carta. Moltissime di queste foto non vennero neppure analizzate nel dettaglio, lo scopo era quello di raccogliere le informazioni necessarie a vincere la competizione con i sovietici. Anche la qualità non era di molto interesse  le foto che poi vennero pubblicate nei vari giornali erano state stampate senza troppa attenzione al lato quaitativo. Venivano pubblicate come foto di una foto e pertanto seppur spettacolari perdevano moltissima della qualità originale.

Siamo agli inizi degli anni 70, la signora Nancy Evans, una giovane laureata in medicina è specializzata in biologia che lavora per un'istituto scientifico nazionale, quando i superiori le comunicano che c'è necessità di una persona capace presso l'archivio nazionale della NASA a Washington. Così si trasferisce e comincia a lavorare alla catalagozione del materiale documentale prodotto dall'ente, quando un giorno passa un impiegato con un mucchio di bobine magnetiche e chiede cosa debba farne di quei nastri. La Evans in risposta chiede cosa siano e che cosa ne fanno di solito, l'impiegato risponde che sono nastri magnetici, ma non sa ben spiegare, e risponde che normalmente vengono distrutti. Prende tempo e fa depositare tutto il materiale in una stanza. Si informa e chiede con i superiori, ma tutti sembrano disinteressarsi del materiale contenuto all'interno di quelle bobine magnetiche. Tutti concordano sul fatto che solitamente questo genere di cose vanno mandate in discarica. Non convinta, comunque, delle spiegazioni ricevute fa ammassare quelle bobine in una stanza, rienpiendola e ripromettendosi prima o poi di capire di cosa si tratta e di dare corretta catalogazione al materiale.

Di tanto in tanto torna sull'argomento, cerca di capire di che si tratta, scopre che si tratta di fotografie e quindi comincia a studiare come poter leggere le informazioni memorizzate nastri come stampare le foto, come ottenerle nella loro massima qualità. Le sue ricerche la conducono a capire che quei nastri possono essere letti da un macchinario chiamato Ampex FR-900. il macchinario e costoso. Passa del tempo e AmpexPurtroppo questi apparati divengono sempre più rari, così la Evans scrive a tutti gli altri enti governativi chiedendo se avessero a disposizione questi apparati. Qualche tempo dopo arriva una comunicazione da una base areonautica in un'altra parte degli Stati Uniti, che stanno per rottamare tre di questi apparecchi. Le dicono che se li vuole, anche se non più funzionanti. L'offerta viene subito accettata e gli apparati vengono portati a Washington, purtroppo lo spazio a disposizione all'interno dell'archivio è terminato così la intraprendente archivista decide di depositare queste apparecchiature nel suo garage. Ricontatta nuovamente i suoi superiori per chiedere supporto e cercare di mettere le macchine in condizione di funzionare. Ma se l'acquisto comportava una spesa di $ 300.000, quando in produzione, la riparazione dopo la dismissione è stimata in 6 milioni di dollari.

Non vedendo possibilità di uscita gli Ampex rimasero in garage e i nastri custoditi nel deposito della NASA.
È l'anno 2005 quando a ormai quarant'anni dagli scatti e a più di venti dall'acquisizione degli apparati Ampex l'intraprendente signora lancia un appello ad un convegno di appassionati di questioni lunari. Dal convegno la notizia rimbalza per blog e siti Internet finché non arriva all'attenzione del signor Dennis Wingo. Lui responsabile di una società privata di esplorazioni spaziali ed esperto di questioni storiche e grande appassionato di missioni lunari si rende subito conto dell'importante valore storico e documentale del materiale, contatta un suo amico alla NASA e cerca di capire se effettivamente la notizia a una reale consistenza o si tratta "distorsione" nella trasmissione dell'informazione per passa parola.

McDonald - NastriLa notizia viene confermata così decidono di rintracciare la signora, si presentano a casa sua e verificano che i grossi apparati siano ancora nel suo garage, caricati su un furgone, e recuperato tutto il materiale magnetico provvedono a trasportarli nella base NASA, in California, più vicina a dove lavora l'amico di Wingo.McDonald - Ampex Qui hanno analoghi problemi di spazio e così non sapendo dove collocarsi decidono in modo molto romanzesco di sistemarsi all'interno di un vecchio McDonald abbandonato presente nelle vicinanze della base. I macchinari vengono posizionati dove un tempo c'erano le friggitrice e all'interno del locale viene disposto  tutto il materiale. 
Gli apparati sono pezzi di antiquariato, nessuno sa come funzionano, e tanto meno sanno come ripararli. Ulteriori ricerche portano ad individuare un ex militare che avendo effettuato già riparazioni su apparecchiature della NASA potrebbe riuscire a rimettere in sesto queste macchine. Ken Zin, questo il nome del tecnico, alla vista delle macchine resta meravigliato in quanto sono ormai molti anni che non ne vede. Si mettono al lavoro, "cannibalizzato" le altre macchine e cercano di risistemare la meno malconcia del gruppo., L'Ames Research Center contribuisce con circa 100.000 dollari, i lavori procedono fra minimi successi ma il gruppo di Crateri di copernicoappassionati lavora con entusiasmo. Dopo alcuni mesi di lavoro finalmente riescono a riprodurre la famosa immagine che raffigura La terra vista dalla luna la qualità è eccezionale di molto superiore a quella che conoscevamo. Continuano a lavorare ma i guasti si susseguono. Finalmente sul finire dello scorso anno riescono a recuperare e riprodurre una seconda immagine quella dei crateri di Copernico.

Dopo i successi conseguiti e l'esperienza acquisita l'operazione dovrebbe essere ripetuta per le oltre 2000 foto che finalmente dopo 43 anni potranno tornare ad essere viste per la prima volta o in taluni casi riviste in tutta la loro splendida qualità.
il progetto finora costato $ 250.000 è ben lontano dai milioni preventivati dalla NASA. La vista di queste eccezionali foto oltre al piacere estetico e sentimentale, grazie alla loro alta definizione, potranno dare un contributo importante sul piano scientifico per valutare i cambiamenti del suolo lunare in questi quarant'anni. Grazie quindi a Nancy Evans che con lungimiranza, intraprendenza e senso del dovere è riuscita a salvare un pezzo straordinario di storia.