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Se la diffusione in occidente delle pratiche depilatorie femminili furono diffuse dai romani come una moda, in Egitto, Grecia, e paesi del Medio Oriente, la rimozione dei peli, talvolta persino dei capelli, tranne le sopracciglia, è stato un elemento importante della cultura.
La presenza di peluria veniva considerato un segno di inciviltà.
Incivile era anche l’uomo non rasato o dal volto trasandato. questo infatti era segno di appartenenza a ranghi inferiori della popolazione, servo o schiavo. Una retaggio giunto fino a noi che fa si di vedere uomini d’affari e politici sempre ben rasati.
Tuttavia oggi vi sono delle eccezioni che mostrano una certa nota di trascuratezza, voluta, che dovrebbero far si di avvicinare il personaggio famoso alla gente comune.
Il Giappone seppur raffinato ed elegante per certi aspetti, non sviluppò pratiche epilatorie di livello  ricorrendo a rimedi per così dire “grossolani”. 
I peli venivano rimossi per abrasione meccanica grazie all’uso di pellame dei pescecani essiccato. Uno “scrub” un po’ più energico.
In occidente mode e dettami religiosi, non specifici, ma che tuttavia limitavano il rapporto con il corpo nella sua intimità, hanno rallentato, se non bloccato le pratiche di depilazione delle zone “meno visibili” ma lasciando ampio margine al pelame visibile di risentire di mode e tendenze, rispecchiando i periodi e i costumi.