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Gli antichi egizi perfezionarono le tecniche depilatorie realizzando di rasoi di selce o bronzo ed inventando una particolare depilazione chiama (oggi) “sugaring”. Una pasta appiccicosa composta principalmente da cera d’api che applicata sulla pelle e coperta da strisce di tessuto sulle quali veniva dapprima esercitata una leggera pressione e quindi rimosse rapidamente, svolgeva una azione depilatoria. Qualcosa di analogo alla moderna ceretta.
Tecnica, questa, da non confondere con quello che oggi viene chiamata depilazione egizia che consiste in un “anello” di filo girato su se stesso e teso fra le mani che strisciato sulla pelle e quindi spostato rapidamente dalla superficie da depilare strappa via il pelo. Tecnica conosciuta oggi anche come “threading”.

Tecniche avanzate queste, egizie che trovavano la forza nell’ideale di bellezza femminile, che nella terra dei faraoni voleva la donna completamente depila, fatta eccezione per i capelli, con un corpo liscio e senza peli così da rappresentare la vera bellezza, giovinezza e innocenza. Tuttavia è possibile che tali rituali fossero anche dettati non solo da ragioni culturali ma anche da questioni pratico-igieniche. Si tenga presente il clima.

Gli Uomini oltre a radersi il volto erano soliti radere anche il capo. Consuetudine adottata, anche se non da tutti, dai Greci e dai Romani successivamente.