HIVUn recente studio ha ricostruito la storia ed in parte spiegato la diffusione del virus dell'AIDS dall'Africa al resto del mondo.

In questi giorni che un'altra preoccupante infezione sta tenendo in allerta le autorità di mezzo mondo, uno studio dell'Università di Oxford in Gran Bretagna ha ricostruito come il virus dell'HIV si sia diffuso, dagli inizi del novecento, dall'Africa al resto del mondo, contagiando milioni di persone.
Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica "scienze" è partito analizzando le caratteristiche genetiche del virus, grazie a 800 campioni di sangue raccolti tra il 1959 agli inizi del 1980, quando lo si scoprì, identificandolo.
I ricercatori studiando il campione più antico del virus ovvero l'ZR59 prelevato da una persona a Kinshasa nel 1959, sono riusciti a ricostruire un'altra quarantina d'anni valutando le variazioni genetiche del virus e spostando indietro le lancette del tempo fino al 1920 circa.
È in questo periodo che molto probabilmente l'antenato dell'HIV compare.
La ricerca si ricollega ad una precedente studio dell'Università della Pennsylvania condotto da Beatrice Han in cui si ipotizza che il primo ceppo del virus HIV-1M entrò in contatto con la specie umana sul finire dell'ottocento nella zona sud est del Cameron, quando un cacciatore, probabilmente a causa di una ferita venne in contatto del virus SIV, equivalente all'HIV, ma che interessa solamente le scimmie.
Il passaggio e la mutazione dall'animale all'uomo era avvenuto.
Il cacciatore poi raggiungendo comunità ed aree più densamente popolate provvide a diffondere, inconsapevolmente, il virus.
Una tesi avallata da altri ricercatori ed altre ricerche che ora trova ulteriori conferme grazie a questo recente studio.
Il diffondersi della malattia ebbe un'accelerazione grazie alla costruzione della ferrovia realizzata dai coloni belgi, interessati alle risorse minerarie del paese, e con pratiche vicine allo schiavismo, colonizzarono il Congo.
La correlazione fra diffusione del virus e mobilità offerta dalla ferrovia trova riscontro nel fatto che il virus si diffuse rapidamente a centinaia di chilometri a sud di Kinshasa, mentre al Nord, dove la ferrovia non arrivava, i livelli di contagio erano piuttosto contenuti.
L'HIV rimase comunque confinato per decenni soprattutto in Congo, fino agli anni 60 in cui il dominio coloniale cessò e il grande territorio africano del Congo divenne indipendente.
Cambiamenti culturali ed economici mutarono considerevolmente l'aspetto sociale della popolazione.
Grandi masse di persona si rivolsero verso le città alla ricerca di fortuna e di nuove possibilità. La prostituzione aumentò di pari passo contribuendo alla diffusione del virus. Tuttavia non è ben chiaro, come mai in questo periodo vi sia stato un un picco nell'incremento della diffusione.
Il passaggio del virus, fuori dall'Africa sembra sia dovuto a dei volontari che giunti da Haiti per lavorare a progetti di sviluppo che dopo aver contratto l'infezione, avrebbero contribuito a diffondere il virus fuori dall'Africa.
Le dimensioni dell'infezione erano ormai a livelli piuttosto macroscopici agli inizi degli anni 80 quando alcuni medici cominciarono ad occuparsi di questa strana malattia, riuscendo ad identificare ed isolare il virus nel 1982 grazie al lavoro di Robert Gallo e Françoise Barré-Sinoussi.