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Sono passati più di quarant'anni da quando Hollywood mise in scena una fantastica storia tratta da un'idea di Otto Klement e Jerome Bixby "viaggio allucinante". Nel film si narrava di viaggio all'interno del corpo umano mediante una navicella e del personale che venivano miniaturizzati. Un'idea fantastica che affascino persino Asimov che ne fece un racconto. Il mondo cinematrografico, evidentemente affascinato dall'idea, anche in tempi più recenti ha rivisitato la storia, sceneggiando qualcosa sul tema "salto nel buio".
PillolaLa tecnologia non ha mai raggiunto i livelli descritti dai due film, non è certo riuscita a miniaturizzare o meglio a rimpicciolire oggetti di dimensioni assai più grandi né a ridurre in termini minuti degli esseri umani, ma è riuscita a produrre circuiti e marchingegni molto piccoli, e molto complessi da potersi avvicinare (grosso modo) all'idea alla base del film. 
È da diverso tempo che si parla di una "pillola" che una volta ingerita viaggiando all'interno dello stomaco e dell'intestino è in grado di trasmettere all'esterno immagini e dati raccolti durante "il viaggio". Una tecnologia non invasiva che consentirebbe di effettuare dei rilevamenti altrimenti ottenibili solamente con metodi invasivi. 

iPillGià nel 2001 veniva data notizia dell'inizio della sperimentazione di questa tecnologia frutto di un'azienda israeliana presso un grosso ospedale romano. È di queste settimane la notizia della "iPill" (un nome evidentemente mutuato da tutti altri oggetti piuttosto di moda in questo periodo) della Philips che si differenzia dalle altre pillole-capsule per l'introduzione di una micro pompa per il rilascio nel momento e nel posto più opportuno di farmaci così da facilitarne l'assunzione. Della "pillola" non c'è traccia nel sito della Philips. Nonostante diverse ricerche non siamo riusciti a trovare informazioni precise sul rilascio, che secondo le intenzioni doveva venire durante il convegno annuale (novembre 2008) della “American Association of Pharmaceutical Scientists (AAPS)”.
Le misure dovrebbero essere 26 x 11 millimetri, ma le indiscrezioni dicono che la pillola dovrebbe avere sensori per il rilevamento della temperatura e del Ph e altri parametri, con la possibilità di una connessione wireless e che vedrebbe uso molto probabile e promettente nella cura dell morbo di Crohn, colite e, più in generale, patologie legate all’intestino.