Bryce BayerScattare foto oggi è una attività abbastanza naturale grazie al proliferare di vari dispositivi digitali. Attività resa possibile grazie alla fantascientifico e innovativo lavoro di alcuni uomini. Talvolta divenuti famosi, altre volte rimasti nell'ombra, sebbene il loro contributo sia stato enormemente rilevante.

Mr. Bryce Bayer nel 1975 lavora per Eastman Kodak Co., non sappiamo esattamente di cosa si occupasse, ma in quello stesso anno,kodak Joy Marshall posa di fronte ad uno strano apparecchio appena realizzato Steve Sasson con i neonati CCD frutto tecnologioco di un lungo lavoro di ricerca di Willard S. Boyle e George E. Smith dei Bell Laboratories che frutterà loro nel 2009 il premio Nobel. La ripresa effettuata con una matrice di 100×100 pixel, fornisce una immagine rigorosamente in bianco e nero.
ISasson alle prese con le prove di scatto risultati se paragonati con le prestazioni, anche delle peggiori pellicole allora in commercio, sono piuttosto deludenti, lo stesso Sasson ricorda che l'immagine provocò il disappunto della modella la quale ha dichiarato di non essere assolutamente al corrente di cosa stesse combinando il il collega con quello strano marchingegno in mano.
Possiamo immaginare i risultati, ma purtroppo le immagini di questi primi i timidi tentativi di immagini digitali, all'epoca questo termine non veniva usato, preferendogli perifrasi di vario tipo, ad oggi sono irreperibili.

In quello stesso periodo, sempre nei laboratori Kodak, un altro brillante ricercatore, Bryce Bayer, sta cercando un qualche sistema per poter registrare il colore attraverso i sensori CCD. L'attività si alterna, presumibilmente, fra momenti di euforia e di frustrazione, come racconta Sasson riferendosi al suo lavoro. Finalmente il 20 luglio del 1976 riesce a far approvare il brevetto all'idea che porterà il colore nella foto digitale. Un'idea geniale che resiste nonostante il tempo, sono mai passati quasi quarant'anni, e le innovazioni tecnologiche.Appunti autografi
Bayer ha l'idea di inserire un filtro posto sopra il sensore che ha lo scopo di darci informazioni circa il colore della scena ripresa un metodo geniale nella sua semplicità. Le ricerche allora intraprese erano particolarmente avveniristiche, l'immagine seppur di scarsa risoluzione poteva essere migliorata, ma non vi erano grandi possibilità visto che si riusciva a rilevare solamente il bianco dei toni di grigio.
Bayer, ebbe l'intuizione di mettere un filtro colorato definito davanti ad ogni singolo sensore in modo da filtrare una certa lunghezza d'onda nota e di conseguenza capire non solo l'intensità della luce che arrivava sul singolo elemento ma anche con quale lunghezza d'onda. Un algoritmo in seguito avrebbe rimesso a posto tutto. Individuare la scelta del filtro, ragionare sugli algoritmi non è certamente cosa semplice dopo diverse prove, vari prototipi ed aver ragionato sui meccanismi fisiologici di percezione del colore e dell'immagine da parte dell'occhio umano, mette a punto la matrice 2 × 2 RGBG25% rosso, 25% blue e 50% verde.
Il lavoro tuttavia non è terminato, necessita ancora di un algoritmo di "demosaicizzazione" ovvero di un metodo di elaborazione che consenta di inserire i colori mancanti ottenendoli dall'interpolazione dei valori ottenuti dai sensori vicini. Un processo estremamente complesso che ha visto nel corso degli anni lo sviluppo di algoritmi sempre più raffinati e complessi.

Prima e dopo la "demosaicizzazione"La risultante di questo processo è costituita da un'informazione relativa ai valori di rosso verde blu riferiti al singolo pixel sebbene il sensore di fatto abbia captato solo la luminosità relativa a quel colore, quello del filtro posto sopra al foto diodo.
Il progetto sebbene stesse dando discreti risultati, era forse un po' troppo avanti sui tempi, la Kodak spaventata dal fatto che queste nuove tecnologie avrebbero potuto danneggiare il business della pellicola decise di abbandonare il progetto di a poco. Una paura, che si rivelerà anni dopo ben motivata, ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare un'altra volta.
Oggi esistono anche altri tipi di sensori come i "Foveon", tuttavia la gran parte degli apparecchi digitali, siano essi fotocamere, telecamere, cellulari o altro si basano sul filtro di Bayer, magari con matrici applicate in modo differente ma di fatto continuano a sfruttare un'idea concepita quasi quarant'anni fa.
Il 13 novembre scorso è scomparso all'età di 83 anni Mr. Bryce Bayer.
Dopo una lunga carriera in Kodak nel 1990 si era ritirato in pensione. Il nostro signor Bayer è tra quei personaggi che pur avendo grandi meriti, non ha avuto grande fama. Ad esempio il collega Sasson, ha un breve profilo in Wikipedia, Bayer ha solo una laconica citazione che descrive il suo ruolo professionale. Nel 2009 venne premiato per la sua intuizione dalla Royal Photographic Society.