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Inquadrati nei ranghi militari, al fianco dei soldati troviamo spesso anche i cani, addomesticati dall'uomo 15.000 anni fa, entrano in modo massiccio nei ranghi militari durante la grande guerra, dove si stimano circa 3500 cani solo fra le file italiane.
Utilizzati soprattutto per il trasporto di viveri e munizioni, riuscendo, grazie alla taglia minuta a sfuggire ai colpi del nemico nella guerra di trincea. Equipaggiamento per cani
La Russia ne annovera circa 50.000 mentre la Germania arriva a reclutarne ben 200.000.
La selezione è rigida e l'inquadramento nei ranghi è inevitabile. Così in base alle caratteristiche fisiche e al temperamento si decide la tipologia di impiego.
Cani staffetta, veloci e silenziosi; cane sentinella, dall'udito particolarmente sensibil; cani aggressivi per missioni particolari. Si provvede ad addestramento specifico, si effettuano studi mirati.
Nel 1942 gli inglesi "sviluppano" il primo cane paracadutista, i cugini d'oltre Atlantico impiegano il cani per trovare le mine sepolte.
A fine conflitto i cani morti ammonteranno a circa 7000 unità ma secondo altre fonti, come sempre in questi casi, il numero sembra essere ben superiore fino a sfiorare le 10.000 unità solo sul fronte americano e 5000 sul fronte tedesco.
Si istituisce persino un premio, una onorificenza, la "Dickin Medal", per i più fortunati, per gli altri, spesso l'abbandono.
Se lentamente grazie all'avvento delle nuove tecnologie i cavalli e muli perdono il loro ruolo in battaglia, i cani partecipano anche al conflitto in Vietnam fra le fila americane.
Le sorti della guerra e quanto seguirà per i reduci, non sarà meglio neppure per gli amici a quattro zampe.
A tutt'oggi l'uso di cani è ancora molto apprezzato dagli eserciti. Gli usi principali sono quelli di scovare esplosivi o rintracciare persone.