YarsagumbaIn ogni tempo ed in ogni cultura sono comparsi rimedi miracolosi in grado di aumentare le prestazioni sessuali o far scomparire dolori e disturbi.

Dalle ossa di tigre, al corno di rinoceronte, passando dal regno animale a quello vegetale e viceversa gli esempi si sprecano. Idee e credenze che affondano spesso le radici in tradizioni lontane, ma che poco o nulla hanno di scientifico.
Un fenomeno che al di là del credere o meno nel rimedio, coinvolge aspetti sociali ed economici che vanno ad insinuarsi in vari strati sociali e in differenti contesti.
SE da un lato il rimedio, spesso, diviene simbolo di ricchezza e di potere, dall'altro diviene aleatoria scappatoia per uscire, o meglio sopravvivere alle asprezze del quotidiano.
Il tetto del mondo, l'Himalaya, un sistema particolare e fragile ha visto in questi ultimi anni frotte di turisti che si accalcano nelle vallate e su, in cima alle vette, di questo delicato ecosistema.
Così come se non fosse sufficiente il flusso di turisti, con tutti i problemi connessi, ecco che una recente moda che vede nel Cordyceps sinensis, un fungo che cresce spontanea tra i 3500 e i 5000 metri, l'equivalente naturale del Viagra.
Nel piccolo tubero si concentrano le speranze di molti uomini asiatici e non solo di ottenere prestazioni sessuali da record. Così insieme alla ricerca della performance migliore, (e qui ci viene in mente un interessante filmato, che potrebbe spiegare, a questi recordman, in modo garbato le differenze fra pretazione sessuale e porno) la richiesta aumenta e il fungo conosciuto nella regione con il nome di Yarsagumba diviene meta ambita.
Una popolazione, quella himalayana, povera, che sebbene abbia visto un lieve incremento del proprio reddito grazie al turismo, e con le dovute differenze fra Stato è stato, di fatto rimane fra le popolazioni più povere della terra, viene attratta dai guadagni offerti dalla raccolta di questo fungo.
Sul mercato le quotazioni del fungo raggiungono i $ 26.000 al chilo, ma ben pochi spiccioli finiscono nelle tasche delle persone che cercano sulle montagne di prezioso tubero.
Una ricerca che ha portato a devastare delicate zone himalayana, già minate dal turismo esagetato e selvaggio.
Alcune popolazioni locali rendendosi conto dell'imminente catastrofe hanno iniziato a proteggere il fungo. Piccole iniziative che se non supportate dalle istituzioni, potranno ben poco contro la crescente pressione economica legata al fungo.
La regione dell’Annapurna risulta essere fra le più colpite ed è una delle prime aree dove vi è stata una certa mobilitazione per cercare di frenare la raccolta.
I dati rivelano un sensibile calo del raccolto in quest'anno. Secondo alcuni. che vogliono minimizzare il problema, attribuiscono le cause del calo alle scarse precipitazioni meteorologiche che si sono verificate durante la primavera.