La raccolta di informazioni e dati personali sta diventando sempre più invadente e minacciosa. La novità del fenomeno e l'assenza conseguente di una legislazione ci espone a notevoli rischi.
La non consapevolezza da parte dei più, ma anche l'assenza di informazioni precise che possano far comprendere appieno la portata del fenomeno del data-mining (estrazione dei dati, potrebbe essere tradotto in italiano, ma nel linguaggio anglosassone l'immagine di questa estrazione è associata alla miniera e quindi rende ancora più incisivo il concetto) sta divenendo estremamente invadente e preponderante ormai da parte di quasi tutte le entità che lavorano in rete.
È notizia recente, che Google effettua pratiche di data-mining inproprio. Sebbene si sapesse che la posta era sottoposta alla lettura automatica da parte di "robot" (programmi elettronici in grado di scansione i messaggi di posta) alla ricerca di parole chiave con cui poi sottoporre al proprietario dell'account la pubblicità più appropriata.
Ora il colosso di Mountan View ammette apertamente, fornendo indicazioni sulle metodiche in un documento redatto ai fini processuali per la causa che lo vede coinvolto. Nel documento tuttavia si afferma che l'accettazione dei termini di contratto del servizio automaticamente implicano l'accettazione della scansione del traffico e-mail. Di avviso completamente e Consumer Watchdog una associazione per la difesa dei consumatori Usa che suggerisce di abbandonare immediatamente il servizio postale offerto da Google.
L'associazione di difesa dei consumatori sostiene che le e-mail debbano essere trattate allo stesso modo della posta cartacea dove le missive, viaggiano senza essere lette da un ufficio all'altro passando per le mani dei vari impiegati.
Aggiunge che sebbene sia una buona cosa l'ammissione ufficiale da parte di Google, di fatto tale situazione non è tollerabile. In realtà già dalle prime ore dell'offerta postale di Google vi erano indicazioni e documenti che testimoniavano l'interesse del colosso americano per un'analisi sistematica della posta andando a mente e senza quindi avere la certezza documentale, ci sembra di ricordare che inizialmente il servizio prevedeva una scansione della posta più vecchia di nei giorni.
L'intera galassia dei servizi di Google è palesemente e in modo più o meno manifesto sottoposto a controlli e a raccolta dati. Da Google Chrome al social Google+ fino ad arrivare al sistema Android presente su un gran numero di smartphone e il cui funzionamento è fortemente correlato all'account utente, tutto viene controllato registrato e catalogato al fine di profilare l'utente a fini commerciali.
Se poi questi dati possano essere impiegati anche per attività differenti da quelle commerciali come gli ultimi fatti di cronaca hanno, non tanto rivelato, ma ha fatto intravedere possibili ed inquietanti scenari questo è da dimostrare. Non è quindi il punto se usare o meno servizi utili, talvolta indispensabili, ma quanto un uso consapevole e ragionato di questi servizi.