Talvolta si dice che la lingua è viva, un'affermazione che lascia spesso i bambini interdetti, scatenando commenti e considerazioni.
Una definizione forse forte, colorita ma che rende bene l'idea se si riflette su alcuni aspetti. Mai come ora, come in questo periodo la lingua, non solo italiana, si è arricchita di vocaboli, degli acronimi, sigle, neologismi ed altro. Un grosso contributo è arrivato dagli ambienti scientifici e tecnologici che negli ultimi secoli hanno contribuito in modo determinante a rimpinguare pagina su pagina i vocabolari più prestigiosi.
Anche il maggior interscambio culturale e sociale, una maggiore libertà di movimento ha consentito l'integrazione di forme espressive, la creazione di nuovi gerghi che perdurando sono finiti nell'elenco alfabetico dei vocabolari. Non sapremmo esattamente definire la portata in termini sociali, ma sicuramente in termini numerici possiamo con una tranquillità affermare che il massimo contributo deriva dall'informatica, che dagli inizi degli anni 80 del secolo scorso, dopo una partenza veloce ma non folgorante ha subito un'accelerazione spaventosa grazie ad Internet e ai device mobili.
Un mondo parallelo, un mondo nel mondo che necessita inevitabilmente di un proprio linguaggio, di un proprio vocabolario. Parole di ogni genere vengono sfornate quasi quotidianamente, riportando la lingua inglese, ma contaminando anche tutte le altre. I coniugi Freedman si sono cimentati nella stesura di un dizionario di termini tecnici che inizia con A/B box e termina zywrite un vecchio editore di testi. Un lavoro enorme e ben fatto che iniziato nel 1978 raccoglie quell'insieme di parole, o meglio di termini, che caratterizzano il mondo tecnico-informatico