CloudCome già accennato in un precedente articolo, in questi ultimi tempi si sta diffondendo sempre più il concetto di cloud. Wikipedia definisce il cloud computing come segue. "In informatica con il termine inglese cloud computing (in italiano nuvola informatica) si indica un insieme di tecnologie che permettono, tipicamente sotto forma di un servizio offerto da un provider al cliente, di memorizzare/archiviare e/o elaborare dati (tramite CPU o software) grazie all'utilizzo di risorse hardware/software distribuite e virtualizzate in Rete. La correttezza nell'uso del termine è contestata da molti esperti: se queste tecnologie sono viste da alcuni analisti come una maggiore evoluzione tecnologica offerta dalla rete Internet, da altri, come Richard Stallman, sono invece considerate una trappola di marketing".

In questi ultimi anni c'è stato un crescendo di realtà più o meno grandi (anche italiane) che si sono lanciate in questa nuova impresa. Dagli iniziali servizi di calcolo (peraltro al momento risorsa insostituibile in vari ambiti) precursori del cloud, si è passati ai servizi di backup, prima riservati ad una utenza professionale, con connessioni dedicate, all'attuale e più "musicale" cluod che ingloba e comprende tutto.

Inizialmente tanti piccolo e timidi tentativi, poi Google con i vari applicativi per l'ufficio, ma anche atri con vocazioni mirate, come "Flickr" che immagazzina e conserva foto. 
Ora che il colosso Apple si è lanciato in una esclusivissima nuvola, e ci si aspetta che il fenomeno divampi.

Ma sarà poi così sicura una simile infrastruttura? Cosa accadde se il servizio (specie per quelli gratuiti) cessa? Ricordate cosa accadde quando il servizio postale Gmail rimase inattivo per alcune ore qualche tempo fa? La “nuvola” consente un agevole passaggio da un fornitore all'altro?
La maggior leva pubblicitaria, quella che è fatta sua da Apple, ovvero la possibilità di accedere "quasi ovunque" ai tuoi dati e che nel patinato mondo Apple il messaggio visivo, non scritto, diviene condivi con chi vuoi i tuoi momenti, le tue emozioni, è si molla importante per muovere le masse verso certe scelte,ma…

Il rapporto dati-cloud è tipo denaro-banca, ma se in quest'ultimo, il sistema non certamente esente da difetti, ha meccanismi di controllo e di garanzie. Nel caso dati-cloud non vi è alcuni controllo e regolamentazione, tutto è lasciato nelle mani e alla serietà del singolo fornitore. Quali i motivi di una così vasta offerta di servizi pecuniariamente gratuiti, se non pagati in altra moneta talvolta scarsamente dichiarata e considerata. La posta della grande G è "letta" da robot (speciali sw) che se estrapolano le parole chiave così da proporci la pubblicità più adeguata al contesto. Varie lamentele hanno fatto modificare le norme contrattuale e al momento non sapremmo con esattezza dove siano attestate. 

Innegabile la comodità di un simile approccio, fare una foto con il telefono e trovarla nel tablet, magari condividendo quell'istante, con una persona cara a chilometri di distanza. Un virtuosismo notevole, ma che mostra già nell'innocente esempio il doppio filo della lama. Non è certo una novità che le cose grandi e vistose attirano l'attenzione, non mancano furti di identità, di numeri di carte di credito, di caselle postali ect e se perdessimo l'account alla nuvola o venisse cancellato tutto? È davvero una necessità reale questa mania di accumulare informazioni, notizie, tracce digitali o è piuttosto una moda, un bisogno creato ad arte per proporci un prodotto, nuovi servizi?  

Gli iniziali servizi di backup stanno lasciano sempre maggior spazio a nuovi articolate proposte che vedono confluire in un unico punto (Il gestore della nuvola) una miriade di dati, playlist, preferenze, foto, gusti, tendenze, note, appunti, link e mille altre informazioni esplicite e meno. Una moltitudine di bit che sapientemente maneggiati e passati nella macchina della "profilazione" ci denudano, rendendoci estremamente visibili e vulnerabili.Una pratica non certo nuova, dati di ogni genere vengono raccolti, posizione geografica (dai telefoni, tablet, smart phone ect), situazione emotiva grazie agli SMS, preferenze e composizione famigliare grazie alle carte risparmio dei supermercati, preferenze di spesa e disponibilità grazie alle carte di credito, ci sono poi telecamere, telepass, log di navigazione internet, preferenze musicali grazie a iTunes, concorsi e sondaggi e via di questo passo.
Una massa imponente di dati, non sempre aggregati e aggregabili a causa dei vari gestori dei servizi, ma siamo davvero sicuri di voler consegnare il contenuto dei nostri hard-drive con il carico emotivo, affettivo, personale, professionale che contengono a qualcuno che neppure sappiamo dove sia? 

C'e' poi da considerare, che almeno in Italia, le infrastrutture di rete hanno una connotazione a macchia di leopardo e che spesso i provider vantano mega e mega in download (sebbene facendo sempre riferimento ai valori massimi raggiungibili, ben diversi da quelli riscontrati) ma dimenticano i valori di upload, talvolta scandalosamente bassi. Ed entrambi questi parametri dovrebbero essere performanti per un fruibile utilizzo di questi servizi sulle nuvole. 
Innegabili alcuni vantaggi tecnici che i più neppure considerano neanche nel quotidiano, lontano dalle nuvole. Il cloud "storage", con tecniche differenti da azienda ad azienda garantisce una certa "ridondanza" del dato immagazzinato così da garantire informazione da possibili problemi.
Una attenta politica di backup garantisce e stabilizza l'informazione in caso di problemi ed eventi disastrosi. I clienti così possono avere la sicurezza di sapere che i file che hanno trasmesso al sito di cloud storage sono al sicuro che difficilmente andranno persi.

La comodità di poter accedere ai propri dati da qualsiasi computer o di acquistarne nuove versioni senza l'onere e le difficoltà della migrazione dei dati, rende le soluzioni cloud appetibilmente interessanti. La sicurezza decantata e manifestata mostrando i cicli di backup fanno guardare con simpatia a queste nuove frontiere. 
L'importante non è usare o non usare questo o quel servizio, ma avere coscienza di quello che si fa e dei rischi a cui si va incontro rimanendo sempre vigili. L'assuefazione, la perdita di criticità di controllo è assai pericolosa e quello che oggi ci sembra un prezzo accettabile (rivelare qualcosa di noi, del nostro intimo, per riassumere privacy) domani potrebbe risultare un prezzo troppo alto. 

Al di la, comunque, delle proprie individuali preferenze è bene ricordare che sebbene gli ascensori siano sicuri e comodi, in un palazzo per progettato non vanno mai omesse le vecchie, care rampe di scale.

Dal backup, alla sincronizzazione, da sistemi chiusi come quello di Apple a soluzioni innovative e interessanti. Da un uso completamente libero (da  smanettoni) a servizi completamente assistiti che gestiscono in automatico e semplice il tutto. il mercato offre una vastità di servizi in continua crescita ed evoluzione. Di seguito una nuda lista di alcuni di questi servizi. Un'offerta che parte da un giga e può arrivare a 200 giga come nel caso di SugarSync che chiede di presentare altri utenti come prezzo per l'incremento dello spazio iniziale di 10 giga.
Accessi in ftp o con interfacce proprietarie o applicativi web consentono di usufruire di questi servizi di storage, interfacce varie che non sempre rendono famigliare l'uso. Per finire quindi, quattro prodotti che cercano di aggregare, o gestire i vari account da un unico applicativo, rendendo l'esperienza clound più "desktop", mappando lo spazio come un'unità locale e molto altro.

SugarSyncDropboxMemopalWindows SkydriveGoogle docsAmazon Cloud, DriveMozySeewebReeVoADriveBoxiDriveiCloud (Apple)OpenDriveZumoDrive

Gestione & amministrazione

PrimadeskOtixoGladinetJoukuu