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George Eastman (sinistra) e Thomas Edison (destra) Gli ultimi anni sono stati particolarmente duri per Kodak, l'ultra centenaria società fotografica con sede a Rochester, New York.

 Nei primi anni del ventunesimo secolo impiegava 50.000 persone in tutto il mondo. Sul finire del secolo scorso gli affare per le aziende del settore della pellicola fotografica hanno cominciato diminuire. Incapaci di reagire al cambiamento dei tempi.
L’avvento dapprima timido del digitale è stato dai grandi colossi della pellicola preso sottogamba, per poi essere travolti dall’evolvere esponenziale e omnicomprensivo dei questa “nuova” tecnologia.
Oggi, Kodak conta circa 15000 impiegati (dati altalenanti e non facili da determinare, visti i continui tagli) e dopo una estenuante lotta con perdite di centinaia di milioni di dollari ogni anno, sembra aver scongiurato il peggiore degli scenari. L’istanza di fallimento.
Un crollo clamoroso quello di Kodak che dopo aver creato il mercato di massa della fotografia amatoriale,  aver contribito allo sviluppo di Hollywood, dell’home video e aver inventato l’immagine digitale è sull’orlo del baratro, risciando di scomparire.
Per ironia della sorte proprio questa invenzione dipinta fin dall’inizio con luci positive è causa e mezzo del grave colpo inferto. Un colpo quasi (al momento) letale.
Eppure, Kodak, o Eastman Kodak Company, come è formalmente nota, ha una storia illustre e interessante da raccontare, che inizia nel lontano nel 1880 così indietro nel tempo che all'inizio della storia c'è anche Thomas Edison.
Una lunga e tortuosa strada che dal primo rotolo di pellicola fotografica e la prima fotocamera con l'aspirazione di conquistare il mercato di massa, passa per la prima pellicola a colori da 35 mm fino il primo sensore digitale megapixel, ma anche per il filtro RGGB utilizzato da quasi tutte le fotocamere digitali, o dalla scoperta e la creazione di display OLED.


KinetoscopeNel 1880, George Eastman è impeganto a con la sua azienda, Eastman Dry Plate Company, a creare pezzi di carta coperti in una emulsione fotografica. Un esperto fotografo e collega, William Walker, entra nella compagnia di Eastman nel 1883, e nel 1885 inventano un supporto per un rotolo di "lastre fotografiche Eastman".
Nel 1887, indipendentemente da Eastman, Hannibal Goodwin crea supporto a film di nitrocellulosa trasparente. Nel 1888, Emile Reynaud introduce l’idea delle perforazioni nel film di nitrocellulosa. Nel 1889, Eastman unisce tutte queste invenzioni insieme e crea il primi rotolo di pellicola che produce in serie.
Non fu Eastman che inventò la pellicola 35mm, ma dalla collaborazione con Edison nel 1892, si passo dal formato filmstock di 40mm fino a 35mm.
Edison poi penso di perforare il film con quattro fori di trascinamento per fotogramma, una invenzione che brevettatò. Brevetto poi invalidato dal tribunale.
Creò una macchina, il Kinetoscope una sorta di proiettore individuale, in cui si poteva godere dell’"immagine in movimento" una persona alla volta. Un’invenzione che comunue dette impulso all’embrione della nascitura industria del cinema. Un fotunato periodo un "brainstorming" che darà il via alla mondo della riproduzione delle immagini.


Kodak cameraNel 1888, nasce il marchio e nome di fabbrica "Kodak" . Non si tratta di una una sigla o di un acronimo.
In sostanza, Eastman lo scelse perché gli piaceva il suono. Affermò che la la scelta della lettera ‘K' sembrava più forte e incisiva.
Arrivando a descrivere una sorta di linnee guida per la creazione di un marchi di fabbrica.
Un marchio dovrebbe essere breve, dovrebbe essere "vigoroso", e più importante, difficile da scrive in modo errato nella misura che possa distruggere la sua identità. Un marchio di fabbrica non deve significare nulla. Avrebbe sostenuto. Dopo innumerevoli tentativi e prove si arrivò a “Kodak” che diverà uno dei marchi più conosciuti al mondo. Un fatto poco noto è che Kodak in origine era il marchio che identificava le telecamere prodotte da Eastman ma vista la popolarità del marchio la società mutò il nome in Eastman Kodak.

Eastman commercializza la sua fotocamera Kodak nel 1888. Venduta precaricata con un rotolo di pellicola di carta che consente circa 100 scatti, al termine la macchina deve essere inviata alla Eastman che provvederà allo sviluppo e ricarica con un nuovo film. Brownie
Questa fotocamera puo’ essere definita come la prima forocamera a creare il concetto di fotofrafia amatoriale.
La "scatola" Kodak fu sostituita rapidamente da fotocamere di maggior pregio tecnico, pieghevoli, per ridurre gli ingombri, e munite di pellicola di nitrocellulosa.
Nel 1897 viene inventata la macchina fotografica tascabile. Nel 1900, Eastman lancia sul mercato Brownie, una fotocamera incredibilmente a buon mercato. Una struttura in cartone caratterizza il prodotto, il prezzo di acquisto è di circa 1$ e consente l'uso immediato. Un successo. 
In sostanza, la Brownie era così a buon mercato e facile da usare che ha inventato il concetto di una snapshot. 


Nei successivi 30 anni il mercato fotografico si espnade a dismisura portando tutti a far fotografie.
Un periodo florido per Kodak che ha goduto di enormi profitti. Saggiamente molti degli introiti sono reinvestiti in ricerca e sviluppo e i risultati sono evidenti. Nel 1935 viene sviluppato sviluppato Kodachrome, il primo film a colori di successo per il mercato di massa.
Kodachrome è venuto in quasi ogni formato, 8mm, 16mm e 35mm, 120, 116, 828 consentendo riprese, dal colore ricco.
La pellicola Kodachrome verrà prodotta per 74 anni finchè non cadra’ vittima della supremazia digitale nel 2009. Fra i successi gloriosi di questa pellicola, forse il più famoso è lo scatto The Afghan Girl di foto di Steve McCurry che divenne copertina del National Geographic Magazine di giugno 1985.


L’uscita della pellicola a colori porta fimi di denaro nelle casse si Kodak che oltre alla ricerca e sviluppo diversifica i propri interessi creando film speciali per rilevare quante radiazioni ricevevano gli scienziati del progetto Manhattan, si sviluppa il settore medico con prodotti per raggi x e si continuerà poi fino ai sistemi CT e MRI. Mano della moglie di Wilhelm Röntgen
Durante la seconda guerra mondiale, Kodak sviluppa la tecnologia del microfilm ampiamente usato, inizialmente, dai militari inglesi per ridurre gli spazi di archiviazione delle V-mail.
Ma Kodak non si lascia certo scappare il fruttuoso mercato che coinvolge i processi di stampa (tipografici), procedure, materiali e metodiche fondamentali per la stampa di alta qualità e separazione dei colori saranni fonte di grande interesse per tutto i decennio dal ' 50 al ' 60.
Anche la storica immagine della mano della moglie di Wilhelm Röntgen impressionata su una pellicola Kodak.


Alla fine degli anni '60, Kodak aveva il completo controllo di ogni aspetto dell’industria fotografia. Gli introiti per le vendite dei prodotti erano superiori ai 4 miliardi di dollari annui (che secondo alcuni potrebbero equivalere a 50 miliardi di dollari odieni), 100.000 dipendenti e fornitrice della pellicola usata da John Glenn per le riprese durante la sua orbita intono alla terra nel 1962 e della successiva missione programma Lunar Orbiter del 1966.
Per la missione Apollo 11 la fotocamera su una Hasselblad appositamente modificata, non come la Minolta frettolosamente preparata dopo l’acquinsto in negozio per il volo orbiltale di Glenn, ma le pellicole, anche ora, non possono che essere Kodak.
Panatomic-X (pellicola B&N a grana fine, sensibilità 80 ASA) la Kodak Ektachrome SO-68, la Kodak Ektachrome SO-121 e la Kodak 2485 (pellicola a colori supersensibile da 16000 ASA.

Foto della terra dallo spazio profondo catturata dal Lunar Orbiter I


Difficile pensare che, in un mondo dominato da fotocamere digitali Samsung, iPhone, Canon, Nikon e Sony ci sia posto per Kodak, ma fu proprio Kodak pioniere nell'imaging digitale.
Nel 1975, il primo sensore di immagine ad accoppiamento di carica (CCD) realizzato dall’ingegnere Steven Sasson, in servizio presso la Eastman Kodak catturò la prima immagine digitale della storia. Aveva una risoluzione di 0,1 megapixel o se vogliamo 10.000 pixel.
Kodak-NikonNel 1986, Kodak Sviluppa il primo sensore da un megapixel. Nel 1991 crea la prima fotocamera reflex digitale. Una Nikon F3 modificata con un sensore CCD da 1,3 megapixel.
Da questo punto in poi la maestria per la miniaturizzazione e l’alta tecnologia passa "la ripresa digitale" nell mani dei giapponesi della Canon, Sony e Fuji.
Kodak pur essendo un innovatrice e titolare di un ampio portafoglio di brevetti invidiabile non riuscirà tuttavia a capire appieno le potenzialità del digitale, non riuscendo mai ad emenrgere dall’agguerrita arena per il digitale che si era venuta a creare. Questo è il motivo più probabile per la sua agonia attuale.


Che ci si crea o meno, è sempre merito di un ricercatore della Kodak che nel 1979 ha creato i primi diodi organici emettitori di luce efficienti (OLED), e nel 1999, dopo circa 20 anni di continua ricerca, Kodak in collaborazione con Sanyo produce il primo display OLED.
Kodak ha poi utilizzato la tecnologia OLED per la produzione di alcune belle cornici digitali a metà degli anni 2000, un progetto interessante ma precoce per il mercato.
Una combinazione di marketing scadente e un mercato impreparato commerciale hanno decretato il fallimeto del prodotto.
Nel 2009 Kodak ha acquisito il bagaglio di conoscenze e tecnologie OLED di LG ma ancora non si è visto alcun display o TV rivaleggiare con Samsung o Sony. Ma forse, più correttamente, si è trattato solo di una speculazione commerciale legata ai brevetti. OLED
Nel 1976, un altro ricercatore inforza a Kobak, Bryce Bayer, crea un tassello fondamentale per il futuro dell’immagine digitale. Brayer concepisce un filtro colore. Tale filtro descrive la disposizione delle componenti di colore su un pezzo di pellicola fotografica, una griglia quadrata con il 50% di verde, 25% rosso e 25% blu.
Questo filtro trasferito alla fotografia digitale consente riprese a colori. Oggi quasi sensore digitale utilizza un filtro di Bayer RGGB per catturare le immagini.


Nonostante quello che potrebbe sembrare una forte presenza nel settore del digitale, Kodak, non si muove abbastanza velocemente per scongiurare la concorrenza giapponese nel settore.
Innegabilmente pone una luce positiva sulle tecnologie digitali fin dagli esordi, come innegabile è la ricerca d'avanguardia nel settore.
Un dato di fatto inconfutabile sono gli sviluppi e prototipi di apparati nel settore digitale, ma l’attenzione e l'interesse resta sempre focalizzata sul business redditizio, molto redditizio, delle pellicole forografiche.
Quando diventa palese che la pellicola è una specie in via di estinzione, Kodak cerca di fare il salto al digitale, ma altre realtà del calibro di Sony e Canon sono già anni avanti nella ricerca e nella produzione e la rimonta risulta difficile se non impossibile.
Nonostante gli sforzi e i tentativi di intraprendere nuove strade, le stampanti e fotocamere Kodak hanno un successo mediocre e a poco è servita la sana posizione crititica che anche l'azienda ha assunto verso questi prodotti.
Per uscire dalle sabbie mobili della crisi economica che l’ha colpita Kodak ha cercato di trarre boccate aria sfruttando il suo portafoglio di brevetti, cercando di attrarre l’attenzione di Apple, BlackBerry, Google e altri.
Indipendentemente dal fatto se Kodak sopravviva o meno, non si può negare l'impatto che l'azienda di George Eastman ha avuto su ogni aspetto della cultura popolare.
Dal cinema alla rivista patinata, dalla pubblicità alla fotografia digitale, dallo scatto all’elevazione a celebrità. Kodak in tutto questo ha svolto un ruolo, e per questo dobbiamo essere grati.

 

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