Schema gestiIl New York Times dedica un articolo di un simpatico grafico animato in cui viene passata in rassegna la nostra abitudine di muover le mani mentre parliamo.

"Nel grande teatro a cielo aperto che è Roma, le persone parlano con le mani, quanto la bocca. Mentre parlano animatamente sui cellulari o fumano sigarette o mentre scalano le marce delle utilitarie nel traffico dell'ora di punta, gesticolano con invidiabile e coordinata eleganza eleganza [...]".
Che gli italiani gesticolassero durante la conversazione è argomento noto da diverso tempo, una caratteristica che all'estero ci identifica. Stereotipo o verità?
L'articolo passa in rassegna una serie di gesti che corredano le nostre conversazioni, così ad un primo sguardo potrebbe sembrare il classico pezzo leggero da leggere sotto l'ombrellone, riducendo il tutto ad una specie di mini guida pratica per americani in vacanza in Italia. Ma l'autrice, Rachel Donadio, forse anche a causa del cognome indaga oltre e scomoda studiosi ed accademici per spiegare la teatralità del conversare italico. Così viene coinvolta la psicologa Isabella Poggi che in un suo lavoro ha mappato 250 gesti differenti e se non dovesse bastare l'autrice cita anche il filosofo Giovanbattista Vico che spiega il fenomeno come una forma di primitivo linguaggio.
Ma anche citazioni storiche ed archeologiche a supportare questa antica modalità espressiva. Non potevano certamente mancare esempi "pubblici" come il dito teso di Bossi o il movimento particolare tipico di Giulio Andreotti, la teatralità di Silvio Berlusconi.
Un'analisi un'esplorazione del fenomeno, senza alcun giudizio.
L'articolo da alcuni è stato accolto con grande ironia e sul Twitter c'è chi scherza dicendo «Il Nyt pubblica un video che traduce i nostri gesti mentre parliamo. Pur di non sentirci parlare in inglese impareranno a gesticolare» ma ci sono altri che ravvisano nell'articolo razzismo e stereotipi nei confronti degli italiani. Sta di fatto che inconsapevolmente, senza accorgercene gesti cogliamo.