voynichRitenuto un misterioso documento in una lingua ancor più misteriosa il manoscritto Voynic risulterebbe da una recente analisi un testo senza senso.
Il manoscritto Voynich, oggi conservato presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell'Università di Yale, un misterioso libro, è ad oggi l'unico scritto antico che non sia stato ancora decifrato, contiene immagini di piante mai viste, segni astrologici, disegni astronomici, diagrammi e altro ed è scritto in un idioma che non appartiene ad alcun sistema alfabetico/linguistico conosciuto.

Il volume, scritto su pergamena di vitellino, misura 16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore, è composto da 102 fogli, per un totale di 204 pagine. Dall’analisi della rilegatura tuttavia si ritiene che originariamente comprendesse 14 ulteriori pagine oggi andate perse.
Wilfrid Voynich, un mercante statunitense di libri rari acquistò il manoscritto dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, nel 1912. Voynich datò, grazie a delle annotazioni in greco, come risalente al XIII, nel libro inoltre rinvenne una lettera di Johannes Marcus Marci, rettore dell'Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia.
La lettera accompagana il libro, inviato a Roma presso l'amico poligrafo Athanasius Kircher perché lo aalizzasse e cercasse di decifrasse. Nell'intestazione della lettera "Praga, 19 agosto 1665" (o 1666), Marci affermava di aver ereditato il manoscritto medievale da un suo amico (in seguito le ricerche, riveleranno essere di uno sconosciuto alchimista not con di nome Georg Baresch), e che il suo precedente proprietario, l'imperatore Rodolfo II, grande collezionista di testi esoterici e mirabilia.
L'imperatore lo aveva acquistato per 600 ducati, credendolo opera di Ruggero Bacone.
La datazione al radiocarbonio effettuata nel 2011 escluderebbe Bacone come autore, ed avvalorerebbe un’altra tesi, confutata anche da uno studio condotta da Andreas Schinner, fisico e informatico dell'Università Johannes Kepler di Linz, giunto alla conclusione che il famoso testo sarebbe stato effettivamente lo strumento di una truffa ai danni di Rodolfo II al quale sarebbe stato rifilato il "pacco" per una cifra esorbitante a quei tempi. Il testo spacciato per un'opera di Ruggero Bacone sembra abbia convinto l'ignaro e sprovveduto collezionista. Per giungere a questa conclusione, Schinner, come descrive in un articolo sull'ultimo numero della rivista di studi crittogarfici Cryptologia, ha utilizzato sofisticate tecniche statistiche per analizzare il manoscritto, grazie alle quali ha potuto riscontrare che esso presenta tutte le caratteristiche che avrebbe un testo privo di significato.